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Occhiuto, a concorso in Calabria doppio domande medici

Redazione

” Quella di oggi è una buona giornata per la nostra sanità perché per la prima volta in Calabria, ma credo anche per la prima volta in Italia, almeno negli ultimi mesi, si farà concorso per medici in cui ci sono più domande che posti messi a bando”.

Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, che è anche commissario ad acta per la sanità, incontrando i giornalisti a Catanzaro per illustrare l’iniziativa e presentare Licia Petropulacos, nuova consulente per Pnrr ed edilizia sanitaria.

Al concorso espletato dall’Asp di Catanzaro sull’emergenza urgenza su delega di Azienda Zero, in controtendenza rispetto a quanto si poteva prevedere, infatti, su 263 posti messi a bando sono arrivate 433 domande. “Un dato – ha sottolineato Occhiuto – straordinario non solo per la Calabria ma per tutto il Paese.
   

Prenderemo tutti quelli che hanno partecipato e che saranno ritenuti idonei scorrendo le graduatorie ma questo risultati li abbiamo ottenuti perché abbiamo centralizzato i concorsi e abbiamo fatto un concorso regionale unico a tempo indeterminato utilizzando tutte le innovazioni normative e che consentono ad esempio ai medici che lavorano nei pronto soccorso di fare un upgrade in termini di carriere. E questo dando loro la possibilità di lavorare in strutture e consentono agli specializzati di lavorare negli ospedali prima del terzo anno”.
   

“In questo senso abbiamo utilizzato tra i primi in Italia – ha detto ancora Occhiuto – le novità introdotte nell’ordinamento negli ultimi mesi anche per volontà del ministro della Salute Orazio Schillaci che oggi è qui con noi e siamo felici di poter dire che la Calabria fa dei concorsi che non vanno più deserti ma che raccolgono l’interesse di molti più partecipanti rispetto ai posti banditi. E’ un modo anche questo di rispondere a quelle critiche che sentivo quando abbiamo preso i medici cubani che hanno lavorato con grande profitto negli ospedali e che non avrebbero tolto alcun posto di lavoro a medici calabresi o italiani.

Questa è la dimostrazione di quello che dicevo”.

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