l nuovo prezziario 2023 pubblicato sul Bur Calabria non piace all’ordine degli Architetti della Calabria e per questo i presidenti Ilario Tassone, di Reggio Calabria; Fabio Foti di Vibo Valentia; Eros Corapi di Catanzaro e Francesco Livadoti di Crotone hanno scritto al dipartimento Lavori pubblici della Regione e al presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto e agli assessori regionali per chiedere “che il prezzario venga rettificato con voci complete di fornitura e posa in opera di ogni lavorazione al fine di evitare di dover redigere obbligatoriamente analisi del prezzo; che il costo delle lavorazioni venga congruamente rettificate in aumento e o diminuzione per evitare di esporre professionisti, imprese e amministrazioni a possibili contenziosi; di creare un quadro comparativo tra vecchio e nuovo prezzario onde evitare errori di interpretazioni a danno dell’amministrazione o dell’impresa; che venga ripristinato il prezzario 2022 aggiornando, là dove necessario, i soli prezzi unitari con gli incrementi subiti dal caro materiale e integrando le lavorazioni mancanti”.
I presidenti degli ordini degli architetti calabresi sostengono che “gli incontri presso gli uffici alla Cittadella regionale a Catanzaro chiesti dal dipartimento Lavori pubblici sul tema dell’aggiornamento del nuovo prezzario sono stati mere formalità. Gli ordini professionali, tutti, avevamo manifestato infatti assoluta contrarietà alla linea proposta che proponeva tout court l’utilizzo del prezzario Toscana anche per la Calabria”.
“L’approccio del dipartimento – aggiungono gli ordini – sembra essere puntualmente di tipo emergenziale e mai strutturato. Sembra che ci si accorga che bisogna redigere gli aggiornamenti solo in prossimità dalla scadenza. Oggi, a due settimane dall’entrata in vigore del nuovo prezzario Calabria-“Toscana” 2023 il bilancio è un vero e proprio disastro per chi è chiamato a confrontarsi con quello che dovrebbe essere uno strumento di facilitazione e speditezza. In un particolare momento storico come quello attuale in cui si registrano finanziamenti in numero e importi mai visti prima in Calabria, scadenze con tempi strettissimi e improrogabili, progetti già consegnati e lavori in corso di esecuzione i cui prezzi vanno tempestivamente aggiornati, l’Amministrazione che dovrebbe favorire lo sviluppo economico e sociale sembra frapporre un vero e proprio ostacolo imponendo un prezzario regionale completamente diverso dal precedente sia nella sua stessa struttura sia nella composizione dei vari articoli, rendendo di fatto impossibile l’attività dei professionisti che devono eseguire gli aggiornamenti da vecchi a nuovi prezzi”.
“Per meglio comprendere la gravità della situazione appare opportuno scendere più nel dettaglio con alcuni esempi pratici.
A titolo meramente indicativo e non esaustivo si evidenzia che: oltre 80% delle voci del nuovo prezziario riguardano adesso solo prodotti e non invece lavorazioni finite per come accadeva nel prezziario precedente.
Ciò significa che per la posa degli stessi prodotti, prevista nel nuovo prezzario solo in sparute ipotesi, i progettisti sono costretti a redigere decine se non centinaia di voci di analisi prezzi; per ciò che attiene ad esempio la fornitura e posa in opera di un semplice infisso monoblocco, prima computato con una sola voce di prezziario, adesso servono almeno 4 differenti voci da assemblare per ogni infisso che poi devono essere ripetuti per ogni differente intervallo di metratura; il ponteggio a telaio è passato da € 4,90/mq a € 97,95/mq e dunque un ponteggio che pochi giorni fa veniva pagato all’impresa € 5.000,00 oggi costerebbe €97.000,00; un mc di calcestruzzo per opere strutturali sia in elevazione che in fondazione viene oggi valutato meno di quanto l’impresa concretamente spende sul mercato reale per acquistarlo, senza considerare il ribasso d’asta; I solai alleggeriti ormai di uso ordinario e anche realizzati in modo diffuso sul territorio calabrese nel nuovo prezzario non sono proprio contemplati e così via dicendo per migliaia di voci”.
“A questo punto ci si chiede: a chi serve un prezzario che costringe a redigere obbligatoriamente voci di analisi dei prezzi per eseguire le lavorazioni anche basilari? Qual è l’utilità di un prezzario che nell’aggiornamento dei prezzi di un progetto costringe il progettista ad una radicale rimodulazione del progetto anche solo per compensare il costo del semplice ponteggio?
Perché un professionista che già ha l’onere di aggiornare tempestivamente un progetto, magari già consegnato o in corso di realizzazione, deve essere costretto a scegliere, con il rischio elevato di errore, tra innumerevoli differenti voci del nuovo prezzario visto che non esiste una corrispondenza univoca tra le voci del nuovo e del vecchio prezzario? Perché adottare un prezziario elaborato in un’altra Regione secondo le esigenze di un differente sistema economico-costruttivo piuttosto che aggiornare quello già vigente elaborato in loco secondo le esigenze calabresi? Di chi sarà la responsabilità nell’eventuale perdita di finanziamento dovuta alla oggettiva impossibilità dei professionisti di adeguare i progetti tempestivamente?”.
“Le criticità che il nuovo prezzario sta generando, già da dai suoi primi giorni di applicazione, nel mondo delle costruzioni, mettono a dura prova la già debole capacità delle amministrazioni di completare le procedure nei tempi previsti dal Pnrr. Se non si ponesse rimedio a quanto sta accadendo si sarebbe costretti a registrare con rammarico
l’ennesimo caso di incapacità di una classe dirigente, che sembra non saper o non voler rispondere con azioni serie, concrete e strutturali alle esigenze del territorio nell’interesse della collettività intera, pur avendo tutti gli ordini professionali in ogni occasione sempre messo a disposizione tutte le competenze ed esperienze. Nell’interesse della collettività intera, al fine di scongiurare la perdita di finanziamenti e l’applicazione di eventuali penali ai professionisti, e con l’obiettivo di creare condizioni che aiutino i professionisti all’esercizio delle proprie prestazioni”.