“Quando un amico, un compagno, lascia il partito scatta il sentimento di amarezza e ci si chiede come è potuto accadere. Nello stesso tempo ci si interroga. Viene spontanea la considerazione in rapporto ad un presunto motivo, che il Partito Democratico in Calabria è un “non luogo”. Ma sembra più una “boutade”. Una battuta. Poiché proviene da chi siede nel Consiglio Regionale e sta nella maggioranza che sostiene il proprio compagno di partito Mario Oliverio.” Sono le parole del segretario organizzativo del Pd Calabria Giovanni Puccio in seguito alle dimissioni del Consigliere Arturo Bova.
“In questa maggioranza – prosegue Puccio riferendosi a Bova – ricopre una carica prestigiosa , di Presidente della Commissione Antimafia. Così quel “non luogo” continua a rimanere,anche nel momento limite di un atto di dimissioni. C’è da augurarsi che Arturo ci possa ripensare. Mi sento di sottolineare questa riflessione in nome di una appartenenza comune, di una storia di unità e di coesione. Mentre con la conferenza programmatica dei giorni scorsi a Napoli, il PD ha mandato un messaggio chiaro e netto a tutte le forze del centro sinistra indicando nella risorsa dell’unità lo strumento per colpire e combattere i populismi di varia coloritura politica, atti di tale natura sono come il gesto che squarcia uno scenario che prescinde dalla ragione politica per cedersi alle logiche che si dice di voler combattere.”
“Il PD in Calabria sta concludendo una fase congressuale, – aggiunge Puccio – dopo vari commissariamenti. La ricostituzione di organismi collegiali,e di un Segretario, rappresenta il rilancio di quel confronto di cui si lamenta l’assenza e il recupero pieno di una funzione politica che è causa non secondaria delle sconfitte subite. Ma se viene confermata la notizia che Arturo Bova cambia partito allora la riflessione assume un’altra traettoria-politica e presuppone atti e comportamenti conseguenziali. Rispetto le decisioni personali – conclude- ma ritengo che in politica esistono regole che vanno rispettate.”
PD. Puccio su dimissioni Bova: “C’è da augurarsi un ripensamento”
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