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PERCHÉ LA CALABRIA NON È ANCORA ZONA BIANCA?

Redazione

Algieri, Confcommercio: “un anno fa di questo periodo eravamo tra le regioni con il più
basso indice di contagio. Oggi le cose sono molto diverse rischiamo di essere tra gli
ultimi a diventare zona bianca di chi è la colpa? Solo dei contagi o c’è altro? ”.

 

Cosenza 31/05/2021. Mentre tante Regioni d’Italia si apprestano a diventare zona
bianca sentendo il profumo della libertà ormai da tempo persa, la Calabria resta ferma a
guardare in quanto probabilmente sarà tra le ultime a effettuare il passaggio.
Cattiva gestione della sanità, rallentamento nella somministrazione dei vaccini,
incompetenza diffusa tra gli organi deputati a governarci tutti fattori che impediscono alla
nostra Regione di stare al passo con le altre Regioni d’Italia.
Un ritardo, quello del passaggio in zona bianca, che rischia di tradursi in un ulteriore
colpo alle imprese, in particolare quelle del turismo, pronte a ripartire ma di fatto
ostacolate dalla solita mala burocrazia e dalla cattiva gestione politica.
“Un anno fa di questo periodo eravamo tra le regioni con il più basso indice di contagio.
Oggi le cose sono molto diverse rischiamo di essere tra gli ultimi a diventare zona
bianca, con ogni probabilità il passaggio si concretizzerà nella seconda metà di giugno e
di chi è la colpa? Solo dei contagi o c’è altro? Si chiede il Presidente di Confcommercio
Klaus Algieri che prosegue: come al solito sono sempre le imprese ad essere
penalizzate. La stagione turistica è alle porte, ma senza la tranquillità del passaggio in
zona bianca i turisti hanno timore a spostarsi e di conseguenza le attività rimangono
ferme nonostante siano pronte. Si prevede un boom di presenze nel mese di luglio, ma a
causa di questo ritardo nel passaggio a zona bianca giugno sarà un altro mese di lavoro
perso. Ancora una volta un’occasione mancata per ridare slancio alla nostra economia.
Tutto questo per colpa non di certo degli imprenditori, che credono nel loro lavoro e
continuano ad investire nelle loro attività, nonostante la crisi economica li abbia messi a
dura prova. I sussidi servono a tamponare, l’unica cosa che ci può salvare è poter
lavorare. E mentre le imprese fremono, la nostra politica regionale sta a guardare.
Neanche dopo il difficile periodo trascorso si sono attrezzati per adeguare il sistema

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Tel/Fax 0984 77181 email: calabria@confcommercio.it

sanitario all’emergenza. Tutto è rimasto come era prima. Vane promesse mai realizzate,
solo spot promozionali rimasti parole al vento. Bandi, iniziative e tanto altro ma quanto di
questo ha effettivamente aiutato le imprese.
La colpa è anche di alcuni corpi intermedi che invece di sollecitare azioni hanno
assecondato interessi di parte non pensando minimamente al benessere delle imprese.
Penso ad esempio al protocollo per le vaccinazioni sui luoghi di lavoro, ormai diventato
carta straccia visto che dal prossimo tre giugno tutti avranno la possibilità di vaccinarsi, a
parte noi e pochi altri nessuno ha sollevato la propria voce per protestare, nonostante la
vaccinazione dei dipendenti delle imprese avrebbe dovuto rappresentare la priorità
assoluta dopo quella delle categorie a rischio. E invece ci ritroviamo di nuovo con nulla in
mano.
La Calabria merita di più – conclude Algieri – merita una classe politica organizzata e
competente che ascolti i problemi e li risolva, invece di crearne. La Calabria è una
regione morta se non ci sono le punizioni per chi sbaglia. Merita di essere la punta di
diamante dell’offerta turistica, enogastronomica e culturale non degli sberleffi delle
trasmissioni televisive. La Calabria è quella degli imprenditori che lavorano non degli
assenteisti o dei politici che scaldano la poltrona. Siamo stanchi di essere tra gli ultimi
per colpe non nostre è tempo che ci venga riconosciuto il nostro reale valore.”.

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