In piena ondata pandemica, mentre ancora si lotta sui territori contro un virus che non intende recedere, arrivano i tanto attesi fondi del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR).
Il Forum del Terzo Settore, attraverso il portavoce Luciano Squillaci, interviene sul tema e lancia l’allarme “Ci hanno presentato il PNRR come la panacea di tutti i problemi, come la spinta decisiva verso un futuro radioso. Ma è davvero così? Siamo appena alla prima fase di programmazione delle 6 misure previste, e già nutriamo importanti dubbi”
“Lo diciamo con chiarezza” continua Squillaci “il PNRR è senza dubbio un’occasione fondamentale, soprattutto per la nostra regione, ma non sarà possibile coglierla senza un strategia di “sistema” che tenga uniti le diverse linee di programmazione”.
Il fatto che siano disponibili tante risorse, secondo il Forum del Terzo Settore, non è garanzia di reale sviluppo. Al contrario, se male utilizzate potrebbero addirittura acuire le diseguaglianze ed arricchire ulteriormente i poteri criminali e ‘ndranghetistici.
Occorre quindi spendere bene, ma per farlo occorre prima programmare bene.
“Abbiamo la sensazione” afferma il portavoce “che i diversi livelli chiamati a progettare sui fondi PNRR stiano pensando e lavorando, per l’ennesima volta, a compartimenti stagni, senza che vi sia una reale sinergia e, ancora meno, una concreta integrazione”
Ad oggi infatti la programmazione sui territori sta avvenendo in modo settoriale per livelli e per tematiche, per cui abbiamo almeno 5 livelli istituzionali che intervengono nella programmazione (regione, ambiti sociali, singoli comuni, provincie e città metropolitana, aziende sanitarie) e che lo fanno in solitaria, anzi “spacchettando” ulteriormente al loro interno, tra i vari dipartimenti, la fase di progettazione per le diverse tematiche del PNRR.
“Siamo fermamente convinti” ribadisce Squillaci “che è assolutamente necessaria una programmazione di sistema, capace di concepire a monte una strategia comune, da ribaltare poi sui diversi livelli istituzionali e territoriali”
Come è possibile infatti pensare a politiche per l’inclusione sociale senza considerare parallelamente gli aspetti legati alla sanità, come si può programmare il tutto senza integrare nella strategia generale le infrastrutture per innovazione, cultura e turismo, e gli aspetti legati alla sostenibilità ed alla transizione ecologica.
Insomma il PNRR è pensato come piano unico, integrato, e come tale, secondo il Forum, va strutturato sul territorio calabrese.
Il Forum ha scritto per questo motivo, qualche giorno fa, al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, segnalando proprio questo timore di parcellizzare gli interventi e renderli di fatto un finanziamento a pioggia, una mera suddivisione territoriale di risorse senza una precisa idea di sviluppo a monte.
“A tal fine abbiamo segnalato, e lo ribadiamo, la nostra piena disponibilità a portare il necessario contributo. Cosi come siamo certi che anche le altre parti sociali sono disponibili e pronte in tal senso.”
“Per questo chiediamo venga istituito, anche in Regione Calabria” chiosa Squillaci “un luogo di consultazione e confronto con le parti sociali, sulla linea di quanto fatto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il “Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale”.
Riteniamo infatti fondamentale, in questo momento particolarmente importante per il futuro della nostra regione, operare in termini di sistema e garantire la massima partecipazione”