Dopo oltre vent’anni di totale immobilismo e di assoluta inattività, senza una visione strategica e senza un’attività progettuale innovativa e adeguata al ruolo di Crotone , crediamo sia giunta l’ora che si ricominci a parlare e a discutere delle opportunità e delle possibilità esistenti e realizzabili per trasformare la città e il suo territorio. Ed è giunta l’ora che Crotone ritorni ad essere la città dove in un passato recente, e non lontanissimo, si sono sperimentati pratiche urbanistiche all’avanguardia. Una città in cui sono stati gestiti progetti complessi e in cui sono stati sperimentati percorsi di rigenerazione urbana e d’urbanistica partecipata profondi e incisivi. Dopo anni di silenzio assordante, ci candidiamo, a costituire e, quindi, a diventare un’officina delle idee progettuali. Un avamposto strategico nel quale confrontarci apertamente e liberamente e, se necessario, anche in maniera aspra e conflittuale.
E, senza attardarci presentiamo una nostra prima idea progettuale. La prima, almeno questo è il nostro auspicio, di una lunga serie. La realizzazione di un porto canale sul fiume Esaro.
Un’opportunità straordinaria per Crotone che può creare e garantire occupazione e sviluppo e trasformare l’intera area urbana bersaglio dell’intervento in un polo creativo della cultura e del turismo.
L’idea in sé è semplice. Creare una connessione diretta tra la città e il mare per innescare una trasformazione che, oltre alla creazione di posti di lavoro, legati alla costruzione e alla gestione dell’opera, aprirebbe le porte a una serie di attività correlate e indotte. Pensiamo, in questo senso, alla valorizzazione del modesto patrimonio immobiliare delle aree ad esso circostanti. Il quartiere Fondo Gesù. Il quartiere San Francesco. Il quartiere Tufolo . Il quartiere Trafinello . Il quartiere Poggio Pudano. Tutti quartieri che necessitano di riqualificazione e di rigenerazione urbana e che in questo modo, certamente non l’unico, potrebbero uscire dalla marginalità e dall’isolamento e dal degrado in cui si trovano. Senza sottovalutare l’impatto positivo che un’opera del genere avrebbe sulla ricezione turistica. Con la creazione di locali di intrattenimento, ristorazione e pernottamento lungo le rive del lungofiume che arricchirebbe l’offerta turistica della città trasformando l’Esaro in una destinazione ambita per gli amanti della nautica. Naturalmente vi sono sfide tecniche e ingegneristiche e problematiche economico finanziarie da affrontare e tutte di particolare complessità.
La realizzazione di un porto canale richiede investimenti imponenti e significativi, ma è una prospettiva ambiziosa coraggiosa che può beneficiare e attrarre finanziamenti pubblici e privati. Una grande operazione di rilancio e di riavvio della città in cui coinvolgere le due multinazionali presenti sul territorio, imprenditori locali ed europei, la regione Calabria, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Meridionale del Mare Jonio, il Ministero del Turismo, il Ministero del Mare e il Ministero per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR.
Progetto, quello del porto canale, almeno nei nostri intendimenti, che può essere un tassello da inserire nel più vasto e complesso mosaico di una visione strategica e di progettualità che prevede l’ideazione, la programmazione e la progettazione e la realizzazione del nuovo fronte mare cittadino. Dal Promontorio Lacinio alla foce del Fiume Neto. Un fronte mare composto da più tasselli . L’infrastruttura portuale. La bonifica del sito contaminato d’interesse nazionale. La delocalizzazione di parte dell’area industriale adiacente e al di fuori dell’area Sin. L.’Area Marina Protetta Capo Rizzuto e il Parco Fluviale del Neto. Il completamento e la riqualificazione del lungomare cittadino dall’ex piscina Coni all’Irto .
Un mosaico che, se completato, trasformerebbe quello che oggi, da qualsiasi angolazione la si guardi, appare un ammasso massicciamente e malamente antropizzato in uno dei più straordinari frontemare di tutta la Riva Sud d’Europa.
La realizzazione di un porto canale nel cuore del centro cittadino può rappresentare un passo audace e irrinunciabile verso una città più bella, più attraente e più vivibile che può non solo trasformare il paesaggio urbano, ma può anche rafforzare il tessuto sociale ed economico della città, aprendo le porte a un futuro che non possiamo negare alle prossime generazioni. E’ necessario però che la città si risvegli dal lungo sonno che dura e continua da molto tempo. Un sonno che , purtroppo, ha generato, al proprio interno, i mostri dell’approssimazione e del pressapochismo. Del nullismo e del passatismo. Finiamo queste nostre riflessioni con le parole di papa Francesco: “Il lavoro è fondamentale per la dignità … Nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita.”.
Crotone deve ritornare ad essere quella che, per oltre settant’anni, è stata ed ha voluto essere, la città del lavoro e della dignità del lavoro . Una città dignitosa e sobria in cui il passare tempo era scandito non tanto e non solo dai rintocchi delle campane delle chiese ma dal suono delle sirene delle fabbriche che, ad intervalli regolari, alle ore 6.00, alle ore 14.00 e alle ore 22.00, segnavano l’inizio e la fine dei turni di lavoro di migliaia di lavoratori e di lavoratrici e scandivano i ritmi della vita dell’intera comunità.
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