È dal confronto che nascono le idee e la consapevolezza compiuta di vicinanza a certe difficoltà vissute da persone con culture diverse e lontane dalle nostre.
A Reggio Calabria, nel corso dei lavori organizzati dalla Cisl, insieme all’Anolf e al Coordinamento donne, giovani, immigrati, in occasione della celebrazione della giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, si rappresenta un’idea più scientifica sul significato di simili torture.
Dopo l’introduzione ai lavori da parte della coordinatrice Nausica Sbarra, animano il confronto Michele Brilli, segretario Cisl, la dottoressa Kaoutar Assassi, mediatrice interculturale, il dottore Roberto Pennisi, ginecologo consultorio diocesano P.Raffa, Maria Ilena Rocha, presidente nazionale dell’Anolf.
Si dibattono le grandi criticità che ancora coinvolgono milioni di donne e ragazze in molti paesi dei diversi continenti, dove vige questa forma crudele di violenza, senza conoscere le ricadute negative e dolorose sullo stato di salute.
Emerge l’esigenza di alzare il livello di sensibilizzazione anche nel nostro paese, poiché annovera migliaia di donne provenienti da paesi interessati da questo fenomeno, che si portano dietro e continuano a praticarlo, nonostante il nostro ordinamento giuridico lo consideri reato penale.
Queste iniziative servono per alzare l’attenzione dell’opinione pubblica verso quelle etnie chiuse a possibili aperture di emancipazione culturale e sociale, liberandosi così da riti dannosi per la persona e mettendo in chiaro tutte quelle zone grigie che caricano di responsabilità le famiglie che non si ribellano.
Siamo un paese aperto all’accoglienza e non possiamo sottrarci dall’organizzare momenti di educazione alla conoscenza e regole civiche in uso nel nostro paese, proprio come punto di futura concretezza.
Dobbiamo sforzarci nell’aprire dialoghi mirati da portare nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle comunità, contestualizzati in appositi progetti medico culturali, idonei a formare e informare donne e ragazze sull’opportunità di avere una vita normale senza dolore.
Vuol dire dare una rinascita psicologica per consentire alle donne di migliorarsi sul piano sociale e culturale, eliminando quelle negatività che continuano a generare traumi e sofferenze.
La Cisl continuerà a battersi per la tutela della salute e l’integrità fisica di tutte queste donne e ragazze costrette a subire violenze senza esserne consapevole e libere di scegliere.
Sono riti violenti, non giustificabili, nonostante il rispetto per le tradizioni altrui, posto che da noi, per fortuna, c’è una legge che non lascia spazi a possibili equivoci e così come giusto che sia chi si trova nel nostro paese è chiamato a rispettarla.
Battiamoci, affinché l’opinione pubblica di altri paesi si ribelli e pone finalmente fine a queste forme ottuse