L’Assessora comunale alla Sicurezza ha preso parte a Palmi all’evento conclusivo del progetto promosso dalla Polizia di Stato e dalla Sapienza di Roma che ha coinvolto anche alcune scuole della Città Metropolitana di Reggio Calabria
L’assessora alla Polizia locale ed alla Sicurezza, Giuggi Palmenta, ha preso parte alla fase conclusiva del progetto “Nei panni di Caino per capire e difendere le ragioni di Abele”, un’iniziativa nata dalla collaborazione tra la Polizia di Stato e Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Psicologia e che ha coinvolto anche alcune scuole della Città Metropolitana di Reggio Calabria. A Palmi, nella Casa della Cultura, l’evento finale in cui sono stati presentati i risultati del programma destinato ai giovani fra i 14 ed i 17 ed a cui hanno partecipato il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, il prefetto, Massimo Mariani, e le massime autorità civili e militari del territorio.
«Il lavoro presentato dalla Polizia di Stato e dall’Università La Sapienza – ha detto l’assessora Palmenta – è molto utile perché evidenzia i rischi e le insidie che si nascondono non solo nel “dark web”, la parte più pericolosa e nascosta di internet, ma soprattutto nelle app d’uso quotidiano, nei social, nelle piattaforme preferite dagli adolescenti. Il cyberbullismo e tutte le sue ignobili declinazioni, come il doxing, il cyberbashing o l’harasmentin, sono fenomeni pericolosissimi, arginabili solo attraverso la prevenzione e la sensibilizzazione ad un utilizzo corretto delle nuove tecnologie».
«Non bisogna mai abbassare la guardia – ha sottolineato la delegata comunale alla Sicurezza – anche se, nei giovani, pare sia aumentata la consapevolezza dei danni che possono provocare atteggiamenti impropri e, spesso, lesivi della dignità delle persone. La realtà che viviamo soprattutto sui social network, infatti, non è assolutamente virtuale, ma reale a tutti gli effetti perché comporta conseguenze nella vita di tutti i giorni». «Questo progetto – ha proseguito Palmenta – va nella direzione giusta visto che parla, ai ragazzi ed alle ragazze, attraverso profili comunicativi che si inseriscono bene nella dimensione di un adolescente. Attraverso il supporto di dispositivi per la realtà aumentata, i giovani sono stati messi al cospetto di situazioni concrete, circostanze spiacevoli che possono incrociare durante il loro cammino di crescita negli ambienti che, generalmente, frequentano».
«I professionisti della Polizia di Stato e gli specialisti de La Sapienza – ha concluso l’assessora – sono riusciti a costruire un approccio efficace ed incisivo, capace di accrescere, negli adolescenti, la percezione del rischio e, al tempo stesso, trasmettere i migliori modi di reagire di fronte a situazioni complesse e, molto spesso, pericolose».