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Wanda Ferro su vicenda fondazione “Cuore Immacolato di Maria” di Natuzza

Redazione
La vicenda della revoca del decreto di approvazione dello statuto della Fondazione Cuore Immacolato di Maria da parte di mons. Renzo ha creato sconcerto e disorientamento nei migliaia di devoti che hanno visto realizzarsi, nei decenni, il sogno di Mamma Natuzza. La Villa della Gioia, la grande chiesa, le strutture assistenziali per gli anziani e gli ammalati, sono il segno tangibile di una volontà amorevole e misericordiosa che ha trovato nella Fondazione una forza realizzatrice che è riuscita a tramutare il sogno di Natuzza in una realtà capace di attrarre centinaia di migliaia di fedeli. Un miracolo di vita nel cuore di una Calabria che continua a resistere ogni giorno al dolore, alla sofferenza, alla violenza e alle ingiustizie. Sono certa che la vicenda sarà chiarita al più presto, come attendono tutti i  calabresi, e come chiedono soprattutto migliaia di devoti che stanno vivendo giornate di profondo smarrimento. Ma spero soprattutto che questa frattura tra la Diocesi e la Fondazione, che mai Natuzza avrebbe voluto, si possa ricomporre con la buona volontà di tutti, perché possano riprendere le attività religiose e di culto nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime e nelle strutture di assistenza, come la Casa per Anziani “Pasquale Colloca”. Sono certa che la volontà benevola di Natuzza illuminerà le menti e i cuori di chi è chiamato ad assumere decisioni così importanti, affinché possa proseguire, in armonia con le indicazioni della Chiesa, l’opera di carità realizzata in trent’anni dalla Fondazione.  La forza della fede che viene catalizzata a Paravati durante le ricorrenze Mariane non può e non deve essere dispersa. Non può esserci atteggiamento o comportamento umano che possa fermare il conforto che lo sguardo amorevole di Mamma Natuzza, della spianata di Paravati, continua a donare ai sofferenti, a chi vive situazioni di dolore, di angoscia, di sconforto. Io stessa sono testimone della forza vitale capace di scaturire dalle parole semplici e dense di passione, dalle dolci carezze, dallo sguardo carico di materna comprensione di Natuzza. Un’esperienza miracolosa, capace di segnare una vita e di mostrare con chiarezza la via della bontà, della misericordia e della giustizia.  Un richiamo, quello di Mamma Natuzza, che continua ad  unire le persone, a rendere tutti fratelli nella Chiesa e nella volontà di perseguire il bene comune. Niente di più prezioso in una terra come la Calabria che ha bisogno di amore come di un respiro vitale.
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