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Biotestamento, De Biasi si dimette da relatore

Redazione

La presidente della Commissione Sanità del Senato e relatrice del provvedimento sul biotestamento, Emilia Grazia De Biasi, si è dimessa da relatrice del ddl, dando mandato alla conferenza dei capigruppo per valutare l’invio del provvedimento in Aula senza relatore. “Non ci sono le condizioni – ha detto De Biasi – per continuare il lavoro in Commissione. Quindi rimetto il mio mandato di relatore”.
Ringrazio la Commissione per il lavoro approfondito e tuttavia – afferma De Biasi – i tempi non consentono di proseguire in Commissione. Ringrazio il Presidente del Senato Grasso per la lettera nella quale ha reso noto il suo avviso circa l’applicabilità a determinate condizioni della ‘regola del canguro”.
Ad ogni modo, puntualizza, “non spetta a me come presidente della Commissione decidere sulla calendarizzazione in Aula del Ddl. Da questo momento, come da regolamento il provvedimento esce dalle competenze della Commissione sanità ed entra in quelle regolamentari della Conferenza dei Capigruppo”. Comunque, conclude, “le mie dimissioni da relatrice, non da presidente della Commissione, ribadiscono ulteriormente l’importanza di approvare la Legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento Dat. Legge rilevante e attesa”.
Biotestamento: Ass.Coscioni, ora subito voto in Aula
“Accogliamo positivamente le dimissioni da relatrice di Emilia Grazia De Biasi, che arrivano a seguito della presa di posizione dei Senatori a vita e di 45 Sindaci italiani. Se ci fosse la volontà politica del Partito democratico, i tempi tecnici e i voti per approvare biotestamento e interruzione delle terapie ci sono”. Lo affermano Filomena Gallo e Marco Cappato dell’Associazione Coscioni.
“Per farlo – sottolineano – è necessario smetterla con la melina di queste settimane ed evitare di inventarsi sempre nuove priorità, decidendo invece l’immediata trattazione della legge. Ci appelliamo al Presidente del Senato Pietro Grasso affinché si possa arrivare a una decisione secca: votare subito il testo già approvato a larghissima maggioranza alla Camera dei Deputati. Non c’entra il Governo, né l’opposizione, ma la convinzione dei singoli parlamentari. Se invece prevarrà, come è stato finora, il rapporto Renzi-Alfano e le logiche di coalizione per le elezioni siciliane e nazionali, allora – concludono – ogni pretesto procedurale diventerà buono per far aspettare i diritti dei malati per qualche anno ancora”.

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