Quando si ha un tumore abbandonare le terapie mediche per rivolgersi a quelle ‘alternative’, dall’omeopatia alle diete particolari, aumenta il rischio di morte entro cinque anni fino a sei volte. Lo afferma uno studio dell’università di Yale pubblicato dal Journal of the National Cancer Institute.
I ricercatori hanno esaminato i dati di 840 pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di cancro tra il 2004 e il 2013, di cui 280 hanno scelto di affidarsi solo a trattamenti ‘alternativi’, non provati scientificamente. Per questi soggetti il rischio di morte a cinque anni, confrontato con quello di pazienti con gli stessi tumori ma curati con chemio, radio e chirurgia, è risultato più alto per tutti i tipi di cancro presi in esame. In generale il rischio aumenta di 2,5 volte, scrivono gli autori, e i valori crescono per alcuni tipi di cancro. Per il tumore al seno l’aumento è di 5,68 volte, inoltre mentre il 41% di chi riceve trattamenti convenzionali per il tumore al polmone sopravvive almeno cinque anni, solo il 20% degli altri ci riesce, e mentre il 33% di chi usa la medicina alternativa per il tumore al colon retto è ancora vivo cinque anni dopo la percentuale per chi si affida alla medicina è del 79%. La ricerca, sottolineano gli autori, non è in grado di dire quali fossero le terapie utilizzate. “Ma ne vediamo molte nei pazienti che arrivano nei nostri centri – spiega a New Scientist Skyler Johnson, uno degli autori -. Possono essere supplementi alle erbe, rimedi omeopatici, diete speciali o cristalli energetici”.
Tumori, con cure alternative rischio morte su anche di 6 volte
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