Home » “Il Giorno del Ricordo” al Polo Tecnico Professionale “Barlacchi-Lucifero”: Un Viaggio nella Memoria delle Foibe

“Il Giorno del Ricordo” al Polo Tecnico Professionale “Barlacchi-Lucifero”: Un Viaggio nella Memoria delle Foibe

Redazione

Il 10 febbraio, l’Aula Magna del Polo Tecnico Professionale “Barlacchi-Lucifero” ha ospitato un significativo evento in occasione del “Giorno del Ricordo”, per commemorare le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.         La giornata, istituita con la legge  n. 92 del 2004 e dedicata alla memoria storica e alla riflessione su uno dei capitoli più dolorosi della storia italiana

La data prescelta del 10 febbraio  è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia. L’iniziativa, voluta dalla prof.ssa Martino esule di terza generazione, ha visto il coinvolgimento di ospiti illustri, esperti e testimoni diretti, che hanno contribuito a far luce su una tragedia troppo spesso dimenticata.

L’incontro è iniziato con i saluti istituzionali del Dirigente Scolastico, Dott. Girolamo Arcuri, che ha sottolineato l’importanza di celebrare questa giornata per sensibilizzare le nuove generazioni. Il Dirigente Scolastico ha evidenziato come la scuola sia un luogo fondamentale per trasmettere la memoria storica e scuotere la coscienza civile e civica, promuovendo la conoscenza di eventi che hanno segnato profondamente la storia del nostro Paese.

Dopo l’introduzione, sono iniziati gli interventi dei relatori, che hanno offerto diverse prospettive sull’argomento.                      Il Dott. Fabio Lagonia, giornalista e referente del Comitato 10 febbraio. ( che ha dedicato una parte significativa della sua carriera professionale a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle foibe, cercando di dare voce a coloro che sono stati troppo a lungo dimenticati o ignorati), ha aperto le riflessioni parlando dell’importanza della memoria collettiva e della necessità di fare luce sulle vicende legate alle foibe, offrendo uno spaccato vivido e accurato di uno dei periodi più bui e crudeli del nostra storia, durante il quale alla gente è stata strappata la dignità di essere uomini liberi di vivere nella propria terra. Il Dott. Lagonia ha sottolineato come sia essenziale affrontare senza reticenze il passato, affinché le nuove generazioni possano comprendere appieno la gravità di quanto accaduto.

A seguire, l’avv. Luigi Morrone, esperto giurista, ha analizzato le implicazioni storico-giuridiche legate agli eventi delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, soffermandosi sul riconoscimento ufficiale delle vittime e sulle difficoltà incontrate nel percorso verso una giustizia storica. Il suo intervento ha stimolato una riflessione sull’importanza di sostenere una narrazione veritiera, al di là di eventuali polemiche politiche.

Le voci più toccanti della giornata sono arrivate dai testimoni diretti, che hanno condiviso le loro esperienze personali legate all’esodo giuliano-dalmata. Silvano Scherl, esule di prima generazione da Fianona, in collegamento diretto con la sala, ha condiviso pagine dolorose della sua esistenza segnata dalle persecuzioni di Tito.

Il suo racconto ha fatto rivivere il dramma della sua famiglia,  costretta ad abbandonare la propria terra, vivere il trauma dell’esilio e delle torture in carcere con la perdita della propria identità. Le sue parole hanno commosso i presenti, offrendo uno spunto di riflessione sul significato della terra, della memoria, della solitudine e del dolore collettivo.

Anche la Prof.ssa Mariastella Benco, esule di seconda generazione, ha portato il suo contributo, narrando come il ricordo dell’esodo sia stato trasmesso nelle famiglie, seppur lontane dalle terre d’origine.  La sua testimonianza ha messo in luce le difficoltà di mantenere viva la memoria storica quando la distanza temporale e geografica rende tutto più complesso, sottolineando che, in questo caso, ricordare è capire chi siamo, da dove veniamo e chi vogliamo essere.

Infine, Prof.ssa Caterina Martino, esule di terza generazione, ha raccontato come il ricordo delle sofferenze subite dai suoi avi sia ancora presente nella sua vita e nella sua identità, un’eredità che continua a influenzare le nuove generazioni. Le sue parole hanno fatto emergere l’importanza di non lasciare che il passato svanisca nel nulla, cosa di cui ha reso forte testimonianza anche attraverso la straordinaria e azzeccatissima scenografia che parla ai presenti, con in primo piano sedie ammassate, scarpe, rocce d’Istria e valigie scure di chi saluta la propria terra con la morte nel cuore. 

La seconda parte dell’evento è stata dedicata a un dibattito con le classi, condotto dalla Prof.ssa Caterina Via. Gli studenti, coinvolti attivamente nel confronto, hanno avuto l’opportunità di approfondire i temi trattati durante gli interventi e di esprimere le proprie riflessioni sulla storia delle foibe e sull’esodo giuliano-dalmata. Il dibattito è stato un momento di crescita, in cui i giovani hanno potuto confrontarsi con la realtà storica e acquisire consapevolezza del significato di ricordare.

A chiudere la giornata, una performance musicale dal titolo “Magazzino 18”, curata dalla nostra alunna Alessandra Manica della classe IV H industria e artigianato per il made in Italy incentrata sulle storie degli esuli giuliano-dalmati attraverso la musica. Un momento carico di emozioni forti, che ha trasformato la memoria storica in un’esperienza coinvolgente e profondamente umana.

L’evento del “Giorno del Ricordo” al Polo Tecnico Professionale “Barlacchi-Lucifero” è stata un’occasione preziosa per riflettere insieme su un passato spesso dimenticato, ma fondamentale per la costruzione di un futuro di consapevolezza e rispetto: oggi, il ricordo delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata non è solo un dovere morale ma anche una lezione preziosa per le generazioni future. È un monito contro l’odio etnico, l’intolleranza e l’indifferenza. Custodire queste memorie significa impedire che simili atrocità possano ripetersi, riaffermando il valore della vita, della pace e della dignità umana perché: “Dimenticare e cancellare le foibe è come seppellire la nostra storia. Un Paese senza memoria è un Paese senza identità”  (Rinaldo Sidoli).

Filly Colacino

Walter Frisina 

Articoli correlati