Home » Agricoltura sociale nell’area Med, progetto al Parlamento Ue

Agricoltura sociale nell’area Med, progetto al Parlamento Ue

Redazione

L’agricoltura sociale italiana sbarca a Bruxelles e si propone come risorsa per costruire aggregazioni a livello continentale e oltre, con il lancio del progetto ‘Euro + Med Agri Social Forum’, che guarda alla sponda sud e est del Mediterraneo e a grandi questioni come l’immigrazione.

L’iniziativa è stata presentata dalla Confederazione italiana agricoltori con il Forum Nazionale Agricoltura sociale e il Gruppo politico S&D. L’agricoltura sociale, che oltre a produrre cibo si occupa di terapia, di inserimento al lavoro di soggetti svantaggiati e di favorire la coesione dei territori, dal 2015 è riconosciuta da una legge nazionale. E’ una realtà molto dinamica (3000 progetti e 4mila addetti in Italia con valore della produzione di circa 200 mln di euro), ancora trascurata dal legislatore Ue.

Si tratta di “una delle pratiche che maggiormente può contribuire a conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 – ha detto Dino Scanavino, presidente nazionale Cia – come la lotta alla povertà, alle disuguaglianze, il contrasto alla fame nel mondo e ai cambiamenti climatici”.

Il progetto Euro + Med Agri Social Forum si focalizza sull’area del Mediterraneo, in cui la diffusione dell’agricoltura sociale può contribuire a “ridefinire politiche di inclusione e cooperazione tra gli Stati, anche sul fronte immigrazione”, spiega una nota Cia.

Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, gli eurodeputati David Sassoli, Paolo De Castro, Giovanni La Via, Elena Gentile, Brando Benifei, Michela Giuffrida, il parlamentare italiano Massimo Fiorio e il presidente del Comitato economico e sociale europeo Georgios Dassis. Ma soprattutto, hanno fatto sentire la loro voce molte realtà dell’agricoltura sociale europea, dall’Italia alla Francia, dalle Fiandre al Portogallo, ed extraeuropea, come la Tunisia e l’Albania e della ricerca impegnata su questo fronte, con il Crea per l’Italia e Università di Wageningen per i Paesi Bassi.

Articoli correlati