La povertà avanza e le istituzioni restano immobili. Il senatore Ernesto Rapani prende atto dei dati allarmanti diffusi dall’Osservatorio sulle Nuove Povertà, guidato da Antonio Belmonte, e plaude al lavoro svolto «in solitaria» da chi si impegna per i più deboli. Ma l’analisi della situazione porta con sé un’accusa diretta: le amministrazioni pubbliche bloccano lo sviluppo economico e costringono le aziende a chiudere o ad andare via, contribuendo al disastro sociale. Secondo il senatore Rapani, il problema non è solo l’assenza di misure di sostegno ai più deboli, ma anche l’atteggiamento ostile delle amministrazioni pubbliche verso chi vuole creare lavoro. «Non solo non aiutano, ma addirittura sbattono la porta in faccia a chi vuole investire», denuncia Rapani. La situazione si traduce in un freno allo sviluppo, con imprenditori scoraggiati e aziende costrette ad abbassare le saracinesche. Un esempio eclatante è quello di Enel, di Baker Hughes e Sorgenia, aziende produttive che hanno subito pressioni e ostacoli burocratici tali da portarle alla chiusura o alla rinuncia a investire. «Le imprese fuggono, gli investitori vengono cacciati, e intanto la povertà cresce senza controllo», afferma il senatore, sottolineando che questa politica di chiusura sta distruggendo il tessuto economico locale. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio, la povertà sta assumendo proporzioni drammatiche.
Rapani: «Servizi sociali inesistenti, istituzioni assenti»
Il tasso è passato dal 42% al 57% in pochi mesi, segnale di un declino inarrestabile delle condizioni economiche e sociali. Il disagio colpisce soprattutto disoccupati, monoreddito e divorziati, tre categorie che stanno pagando il prezzo più alto della crisi. «Siamo di fronte a un totale fallimento del sistema di welfare. A livello comunale, provinciale e regionale i servizi sociali non esistono o sono assolutamente inefficaci». Il senatore punta il dito anche contro le Aterp, responsabili della gestione degli alloggi popolari. «Molte famiglie sono senza un tetto, mentre il patrimonio immobiliare pubblico è gestito con negligenza e inefficienza», afferma Rapani. Il numero di persone che dipende dai pacchi alimentari cresce in modo preoccupante. La povertà non riguarda più solo i disoccupati: anche chi ha un impiego fatica a sfamare i propri figli. La «povertà lavorativa» diventa una realtà sempre più diffusa, con famiglie che devono scegliere tra pagare le bollette e mettere in tavola un pasto caldo. Il senatore Rapani rilancia la necessità di azioni concrete e immediate per affrontare una crisi che sta portando il Paese verso una deriva sociale senza precedenti. La politica deve smettere di ignorare l’emergenza e agire con decisione per restituire dignità a chi è stato abbandonato dalle istituzioni.