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Un Bonus Pannoloni per fare risparmiare alle famiglie 9 milioni l’anno

Redazione

Oltre 4,5 milioni di italiani soffrono di incontinenza e sono costretti a ricorrere ai pannoloni. Per oltre un milione di persone è il Servizio Sanitario Nazionale a farsene carico ma le forniture gratuite che sono in grado di assicurare sono poco più di due pezzi al giorno e senza alcuna distinzione a seconda della gravità del problema. Introducendo un Bonus Pannoloni, le famiglie potrebbero risparmiare fino a 9 milioni di euro l’anno, senza maggiori costi per la sanità pubblica. E’ quanto prevede il nuovo modello organizzativo messo a punto dal Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS SDA) dell’Università Bocconi e presentato oggi a Milano nell’ambito di una Consensus Conference. Il Bonus è già realtà in Piemonte.
“La delibera del 30 ottobre – spiega Silvia Ferro, della Direzione Sanità Regione Piemonte – ha esteso il modello a livello regionale, garantendo un sistema omogeneo con chiare e più semplici procedure di erogazione, che vedono al centro la figura del medico di famiglia. Saranno in questo modo serviti 130.000 pazienti”.
“Le persone incontinenti sono spesso molto fragili perché l’incapacità di trattenere l’urina limita le attività sociali, deprime e rimane ancora un tabù”, dichiara Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani. Chi ne soffre, inoltre, lamenta scarsa qualità e quantità di presidi forniti.
“Il Ssn spende 355 milioni di euro l’anno per fornire a 1,15 milioni di pazienti solo i due terzi dei pannoloni di cui hanno bisogno, spesso di scarsa qualità, costringendo le famiglie a sborsare di tasca propria oltre 280 milioni”, spiega il coordinatore del progetto Francesco Longo, del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico della Bocconi. Il nuovo modello prevede l’erogazione omogenea in tutte le Regioni di un Bonus Pannolone dai 9 ai 56 euro a paziente da utilizzare mensilmente tramite tessera sanitaria. In questo modo, prosegue Longo, “la spesa pubblica resta invariata e pari a 27 milioni di euro al mese, ma si darebbe a ciascun paziente la libertà di utilizzare il proprio budget scegliendo il prodotto più adatto alle proprie esigenze tra una pluralità di fornitori accreditati”. Il modello classifica i pazienti a seconda della gravità della patologia, precisa Marzio Zullo, esperto dell’Associazione Italiana di Uroginecologia (Aiug) e prevede “quattro livelli di incontinenza a ciascuno dei quali corrisponde un’indicazione sulla tipologia e il fabbisogno stimato di pezzi”.

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