Mancano solo pochi giorni alla partita casalinga contro la Spal, e la tensione inizia a sentirsi tanto da poterla “tagliare a fette”.
Si perché – sebbene non sia l’ultima giornata, e nonostante, appunto, dopo questa partita se ne dovranno disputare altre 12 – la sfida tra pitagorici ed estensi, rappresenta uno snodo fondamentale per il prosieguo di questa stagione e non solo.
Eppure di partite cariche di importanza e significato, l’FC Crotone ne ha giocate parecchie, soprattutto negli ultimi due decenni.
Basti pensare agli scontri coi sanniti (quasi come se fossero battaglie del 300 a.C.) appena ritrovati qualche giorno fa e che iniziarono a subire sconfitte dal 1998, per poi passare attraverso il 2004 ed infine il 2009.
Date scolpite nella testa di ogni tifoso rossoblu. Date di partite importanti come quella 30 aprile 2000, la prima promozione in B.
Oppure quella più recente del 29 aprile 2016, senza dimenticare il 28 maggio dello scorso anno.
Ecco, la gara di domenica – sulla carta – non rivestirà la medesima importanza di quelle appena descritte, ma forse avrà un’importanza diversa, ulteriore.
La potremmo forse paragonare a Crotone – Empoli della stagione passata: una squadra – quella calabrese – obbligata a vincere per alimentare il sogno salvezza che appariva allora molto remoto, ed una tifoseria che non vuole lasciarsi andare ad un immediato ritorno in “cadetteria“, anche se – forse – in fondo pensa che sarà inevitabile.
Di certo c’è una similitudine tra Crotone – Empoli del 29 gennaio 2017 e Crotone – Spal del 25 febbraio 2018.
Ma nello stesso tempo ci sono profonde differenze: innanzitutto è chiaro, ogni partita ha una storia a se ed ogni stagione si sviluppa in un certo modo.
Poi di diverso c’è anche e soprattutto il Crotone: quella era una squadra – ma anche una società – che si affacciava per la prima volta in A come un neonato che, per la prima volta apre gli occhi scoprendo la vita:certo bella ed interessante, ma nuova e per questo tutta da scoprire ed irta di difficoltà.
Questo neonato ora è cresciuto, ha più consapevolezza, ha capito che – lavorando bene e programmando – quella stessa vita che sembrava tanto complicata, non è poi così ostica, tutt’altro.
Ed allora, tornando a noi, Crotone – Spal, è tutto questo: mai gli squali sono arrivati ad una partita tanto importante in massima serie, per la prima volta c’è la consapevolezza e la volontà di essere da serie A.
Non che prima non ci fosse, ma compiere un’impresa può anche starci, confermarsi è molto più difficile.
Battere la Spal vorrebbe dire ipotecare la salvezza e dunque la terza partecipazione consecutiva al massimo campionato italiano di calcio, dando il via magari, ad un ciclo che possa portare a “9, 10 anni di serie a”, giusto per citare un certo Giuseppe Ursino.