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Umiltà ed unità: ecco cosa serve al Crotone in questo momento

Redazione

Sconfitta meritata per la prestazione del secondo tmepo,ma non per quella del primo tempo nel quale abbiamo fatto la nostra partita”.

Queste le dichiarazioni di mister Nicola a fine gara, dichiarazioni che possono essere condivisibili fino ad un certo punto.

Fino al 40 ° in effetti – gli squali – pur non essendo brillanti avevano tutto sommato fatto la loro figura: pallino del gioco e 2-3 palle gol costruite grazie alla verve di Nalini e Tonev, ma purtroppo non concretizzate a dovere.

Poi il gol subito sull’unica situazione offensiva costruita dagli avversari, che però sia chiaro, non rubano assolutamente nulla, anzi.

Ed ecco che nella ripresa vengono fuori tutti i limiti di una squadra che  – come affermato dal mister stesso – quando si trova sotto nel punteggio ha troppa frenesia di rimettere le cose a posto per poi cercare la vittoria, troppa smania di recuperare il risultato che porta inevitabilmente ad errori i quali  puntualmente sono causa  dei colpi del k.o.

Bene, possiamo essere d’accordo con questa analisi, ma c’è altro da aggiungere.

E si perché Oddo ha impostato la partita come sulla scia di ciò che il suo collega Ballardini aveva fatto un paio di settimane fa: 3-5-2 ordinato, prima cosa non prenderle, poi ripartire  per far male.

E così –  magari avendo anche analizzato per bene Crotone – Genoa  è riuscito ad imbrigliare gli uomini di Nicola che hanno maledettamente sofferto l’inferiorità numerica  a centrocampo  subendo le giocate  di Fofana e Barak – per carità due buoni giocatori – ma non due fenomeni come son sembrati Lunedi allo Scida.

Ed è per questo che ci domandiamo se non ci sia – in alcune situazioni – bisogno di altro, di un’alternativa tattica, che tra l’altro il mister ha già dimostrato di saper proporre.

Che Oddo avesse giocato con 5 centrocampisti o comunque con 3 uomini in mezzo al campo, lo si poteva immaginare.

Ed allora perché  non provare a schierarsi a specchio, o magari ad inserire un uomo in più in mezzo al campo, soprattutto conoscendo la qualità dei friulani?

Non vogliamo certo sostituirci a mister Nicola, per il quale nutriamo grande rispetto e stima e sul quale non abbiamo mai avuto dubbi.

Certo però, sembra che la sua squadra sia diventata abbastanza prevedibile, tanto prevedibile da rendere  – di nuovo –  lo Scida terra di conquista.

Tuttavia, nello stesso tempo  ci preme sottolineare come la squadra  – ad oggi – sia ancora in una posizione di classifica utile alla salvezza , davanti a Sassuolo, Verona,  Spal e Benevento, piazze e società che hanno speso il triplo e che di certo non avrebbero mai immaginato di fare questo genere di campionato.

Forse dopo la vittoriosa trasferta di Bologna qualcuno aveva fatto voli pindarici?!

Bene  se così è , allora è arrivato il momento di tornare con i piedi per terra: il Crotone dovrà soffrire fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata se vorrà salvarsi, se vorrà compiere l’ennesima impresa.

Non si può assolutamente chiedere di più a questi giocatori, ed a questa società, questo è un altro dei messaggi che  mister Nicola lancia nella conferenza post gara.

I fischi di fine gara si possono capire, non li biasimiamo affatto  questa volta, ma abbandonare lo stadio con così largo anticipo – nonostante la pioggia – crediamo che non sia cosa giusta.

Dovremmo tutti imparare da quei circa 200 guerrieri, rimasti li sotto la pioggia per un solo motivo: semplicemente perché la loro squadra del cuore era in campo.

E dovremmo tutti capire il valore del campionato che il Crotone sta disputando, nessuno dovrebbe dimenticare da dove arriva tutto ciò e quale è la vera dimensione di questa piazza.

Un bagno di umiltà per tutti, ecco cosa serve per ripartire subito più forti di prima, perché tanti vorrebbero essere al posto del Crotone in questo momento.

E se questo posto lo si vuole tenere stretto, bisogna difenderlo coi denti e tutti insieme!

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