“Un evento straordinario. Anzi, l’evento della mia vita”: il primo astronauta italiano ricordera’ sempre cosi’ quei giorni, dal 31 luglio all’8 agosto 1992, trascorsi sullo shuttle Atlantis. Franco Malerba era partito dalla base Americana di Cape Canaveral, in Florida, alle 15:56 italiane del 31 luglio 1992 e da allora “ogni giorno e’ stata una nuova avventura”.
Malerba, che e’ stato il 278/o uomo ad andare in orbita dopo Yuri Gagarin e il 14/o europeo, ancora oggi si definisce “il prototipo dell’astronauta italiano”. E’ stato infatti l’apripista per i sei colleghi italiani che in questi 25 anni si sono avvicendati nelle missioni spaziali. Umberto Guidoni, Maurizio Cheli, Roberto Vittori e Paolo Nespoli sono riusciti a volare sullo Space Shuttle prima che andasse in pensione, nel luglio 2011; i piu’ giovani, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, hanno volato quando l’unico mezzo per andare nello spazio era la navetta russa Soyuz.
Malerba e’ stato anche fra i protagonisti dell’epoca in cui l’esplorazione spaziale era molto diversa: la Stazione Spaziale non esisteva ancora ed erano lontani dal debuttare nello spazio Paesi come Cina e India.
Un’epoca lontana, ma che ha reso possibile un esperimento da fantascienza, come quello condotto dal primo astronauta italiano. Nella missione, chiamata Tethered (Tss) e diventata celebre come l’esperimento del “satellite al guinzaglio”, una sfera di alluminio del diametro di un metro e 60 era collegata allo Shuttle con un filo lungo 20 chilometri e spesso due millimetri; attraversando il campo magnetico terrestre, il filo avrebbe raccolto elettroni generando elettricita’ come una dinamo spaziale. Non tutto e’ andato liscio, anzi, ma i dati raccolti sono stati sufficienti a dimostrare la validita’ dell’idea.
La strada che ha portato Malerba alle prese con il satellite al guinzaglio e’ stata lunga e complessa. Nato a Busalla (Genova), il 10 ottobre 1946, Malerba si era laureato a Genova nel 1970 in ingegneria elettronica e nel 1974 in fisica. Dopo il servizio militare nella Marina, ha lavorato in alcuni centri di ricerca italiani per poi trasferirsi negli Stati Uniti, presso i National Intitutes of Health di Bethesda. Fra il 1976 e il 1989 il rientro in Europa per lavorare in un’azienda privata. Nel 1977 e’ stato selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) come quarto astronauta per il laboratorio Spacelab. In seguito, pero’, gli astronauti furono ridotti a tre e Malerba rimase a lavorare per l’Esa in Olanda, presso il Centro per la ricerca scientifica e tecnologica (Estec). Li’ ha cominciato le ricerche sul plasma alla base della missione Tethered. Nel 1989 la selezione da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) insieme al college Umberto Guidoni e nel 1991 l’assegnazione alla missione Tss. Malerba ha nuovamente indossato la tuta azzurra da astronauta nel 2012, per i 20 anni della sua missione: “mi fa piacere rimettere la tuta, anche se – aveva detto – ho dovuto un po’ allargarla”.