Definire chiaramente cosa si intenda per “climate finance”, cioè finanziamento di politiche per il clima; coinvolgere il più possibile privati, associazioni ed enti locali; fare in modo che l’Ue possa guidare il resto del mondo nella lotta al cambiamento climatico, senza però dimenticare le incognite che incombono sul bilancio comunitario a causa della Brexit. Questi i temi principali sui quali sta lavorando Marco Dus (Pd), consigliere comunale di Vittorio Veneto e relatore per il Comitato europeo delle regioni (CdR) di un parere sui finanziamenti per il clima. “Ho voluto inserire nel mio testo anche un punto sulle migrazioni, che però non deve apparire ai colleghi europei come un’ossessione tipica italiana, ma come la volontà di cercare di capire l’origine dei problemi per poi risolverli” spiega Dus all’ANSA al termine della riunione della commissione Ambiente del CdR, svoltasi in via eccezionale a Tallin (Estonia). “Le cause delle migrazioni sono anche i cambiamenti climatici? Se sì, allora dobbiamo attivarci sulla ‘climate finance’ non solo a livello Ue ma mondiale”, afferma Dus, che per il CdR è già stato relatore di un parere sulla riforma del sistema europeo di scambio di quote di emissione (Ets). “Ho sottolineato anche che se riusciremo ad avere un documento più ampio e condiviso possibile, la posizione del CdR alla COP 23 di Bonn (a novembre, ndr) potrà essere più cristallina e chiara”, aggiunge Dus. Il testo sarà votato in commissione a settembre e dall’intera assemblea delle regioni europee nell’ottobre prossimo.
Ambiente:regioni Ue al lavoro su ‘finanziamenti per clima’
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