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Le cellule ‘zombie’ nel mirino dei farmaci anti-invecchiamento

Redazione

Al nastro di partenza le sperimentazioni sull’uomo dei primi farmaci di ‘eterna giovinezza’: già testati con successo nei topi, promettono di uccidere le cellule ‘zombie’ dell’organismo, ovvero le cellule anziane che non vogliono saperne di morire e che, accumulandosi in organi e tessuti, determinano l’invecchiamento favorendo l’insorgenza di malattie legate all’età. A fare il punto della situazione è un articolo su Nature, che racconta i progressi e le speranze di biotecnologi e medici alla ricerca del ‘Sacro Graal’ dell’anti-aging.

Ad oggi sono già 14 i farmaci sviluppati per eliminare le cellule senescenti dell’organismo: nei topi hanno dimostrato di riportare indietro le lancette dell’orologio, ringiovanendo cartilagini, organi cruciali come cuore, reni e polmoni, e aumentando la longevità fino al 25%.

Alla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota, il gerontologo James Kirkland sta gradualmente avviando alcune piccole sperimentazioni contro una serie di malattie dell’invecchiamento, mentre nell’arco dei prossimi due anni e mezzo la company californiana Unity Biotechnology (co-fondata dal biologo molecolare Jan van Deursen della Mayo Clinic) condurrà diversi trial clinici contro l’artrosi e alcune malattie di occhi e polmoni. Mentre la comunità scientifica si divide tra ottimisti e scettici, negli Usa sono già nate almeno 7-8 aziende farmaceutiche e biotech che vogliono fare di questi farmaci il loro business.

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