Ad oltre due anni dal suo avvio, il programma europeo di ‘relocation’ di profughi da Italia e Grecia verso gli altri Paesi Ue si avvia a conclusione. Lo annuncia la Commissione europea. Tuttavia, rispetto ad un primo obiettivo di trasferire un totale di 98.255 richiedenti asilo dai due Paesi, il meccanismo, arriverà a chiusura con una quota ben inferiore: 35.350. Attualmente infatti sono stati ricollocati 31.500 profughi (poco più di 10mila dall’Italia e oltre 21.237 dalla Grecia) e ne restano da trasferire 750 dalla Grecia e 3.100 dall’Italia.
Se quasi tutti gli Stati membri hanno rispettato i loro obblighi ad accogliere, Repubblica ceca, Ungheria e Polonia non hanno adottato alcuna misura, e le procedure di infrazione lanciate nei loro confronti a luglio sono ancora in corso e potrebbero passare presto alla fase successiva, col deferimento alla Corte di giustizia Ue. “Gli arrivi in Europa sono scesi del 65% rispetto allo scorso anno e stiamo gradualmente uscendo dalla modalità di crisi”, ha dichiarato il commissario Ue alla Migrazione Dimitris Avramopoulos.
Un hub operativo europeo per i rimpatri, che svilupperà piani per tutti i Paesi entro il primo trimestre del 2018, fissando obiettivi concreti. E’ questo il potenziamento previsto per il dipartimento in seno all’Agenzia europea – Frontex. Secondo quanto spiegato dalla Commissione Ue, Stati e Agenzia elaboreranno progetti pilota per sviluppare e sperimentare soluzioni innovative per una gestione condivisa dei rimpatri. Bruxelles giudica “non ancora soddisfacenti” i risultati di questa politica, a cui punta a dare un nuovo impulso. “Della metà del milione di migranti presenti in Ue nel 2016, a cui è stato ordinato di lasciare il territorio, solo 226.000 sono stati effettivamente allontanati”, è stato spiegato.