Home » “Nonostante l’impegno ad eliminare i sussidi alle fonti fossili entro il 2020 e a sopprimere quelli legati all’estrazione del carbone entro il 2018, i Paesi dell’Unione Europea continuano a sovvenzionare petrolio, gas e carbone, alimentando i cambiamenti climatici. Tra il 2014 e il 2016, 11 Stati dell’Ue l’Unione Europea hanno distribuito più di 112 miliardi di euro all’anno per sostenere la produzione e il consumo di combustibili fossili”. Lo scrive Legambiente in un comunicato, citando il rapporto “Transizione 2020: Monitoraggio dei sussidi ai combustibili fossili in Europa”, realizzato dalle ong ODI (Overseas Development Institute) e CAN Europe (Climate Action Network). Legambiente ha collaborato per l’Italia. Secondo lo studio, il settore dei trasporti rimane il primo beneficiario, con più di 49 miliardi di euro utilizzati per sostenere l’utilizzo di combustibili fossili, pari al 44% del totale del sostegno pubblico identificato. Inoltre dal 2014 al 2016 l’Unione Europea ha fornito una media annua di 4 miliardi di euro alle fossili attraverso il suo bilancio, azioni di sviluppo e banche di investimento. L’Italia, ricorda l’associazione ambientalista, nel 2016 ha investito 15,2 miliardi di euro in sussidi, tra diretti e indiretti e in forme diverse (esoneri dall’accisa, sconti, finanziamenti per opere, ecc) alle fonti fossili. Per il settore trasporti, la Penisola tra il 2014 e il 2016 ha stanziato 8,7 miliardi di euro all’anno.

“Nonostante l’impegno ad eliminare i sussidi alle fonti fossili entro il 2020 e a sopprimere quelli legati all’estrazione del carbone entro il 2018, i Paesi dell’Unione Europea continuano a sovvenzionare petrolio, gas e carbone, alimentando i cambiamenti climatici. Tra il 2014 e il 2016, 11 Stati dell’Ue l’Unione Europea hanno distribuito più di 112 miliardi di euro all’anno per sostenere la produzione e il consumo di combustibili fossili”. Lo scrive Legambiente in un comunicato, citando il rapporto “Transizione 2020: Monitoraggio dei sussidi ai combustibili fossili in Europa”, realizzato dalle ong ODI (Overseas Development Institute) e CAN Europe (Climate Action Network). Legambiente ha collaborato per l’Italia. Secondo lo studio, il settore dei trasporti rimane il primo beneficiario, con più di 49 miliardi di euro utilizzati per sostenere l’utilizzo di combustibili fossili, pari al 44% del totale del sostegno pubblico identificato. Inoltre dal 2014 al 2016 l’Unione Europea ha fornito una media annua di 4 miliardi di euro alle fossili attraverso il suo bilancio, azioni di sviluppo e banche di investimento. L’Italia, ricorda l’associazione ambientalista, nel 2016 ha investito 15,2 miliardi di euro in sussidi, tra diretti e indiretti e in forme diverse (esoneri dall’accisa, sconti, finanziamenti per opere, ecc) alle fonti fossili. Per il settore trasporti, la Penisola tra il 2014 e il 2016 ha stanziato 8,7 miliardi di euro all’anno.

Redazione

Il direttore dell’Fbi ha poi precisato che i droni sono “relativamente facili da gestire e abbastanza difficili da monitorare”. Anche Nicholas Rasmussen, direttore del National Counterterrorism Center, ha condiviso le preoccupazioni di Wray. “Due anni fa questo non era un problema, un anno fa era un problema emergente, ora è un vero problema – ha detto durante l’audizione in Congresso – Quindi stiamo cercando velocemente di adeguare le nostre strategie”. Rasmussen ha poi precisato che le agenzie contro il terrorismo stanno intensificando gli sforzi con gli esperti di intelligence per capire le tattiche che potrebbero veder impiegati i droni da parte degli estremisti

Articoli correlati