Scoperti i resti dell’antenato comune alle scimmie e all’uomo: sono stati conservati per 13 milioni di anni dalle ceneri di un vulcano, come in una Pompei preistorica. Appartengono a un cucciolo, che alla morte aveva solo 1 anno e 4 mesi, e che i ricercatori hanno chiamato Alesi. Il suo cranio completo aiuta a ricostruire una pagina dell’evoluzione umana. Annunciata su Nature, la scoperta si deve al gruppo coordinato da Isaiah Nengo, della Stony Brook University di New York, e da Fred Spoor, dell’University College London (Ucl). “La scoperta aggiunge un tassello alla storia dell’evoluzione umana e contribuisce a chiarirne le origini che ha in comune con le scimmie antropomorfe africane, di cui fanno parte scimpanzé e gorilla”, ha rilevato il paleoantropologo Giorgio Manzi, dell’università Sapienza di Roma.
Il fossile è stato individuato in Kenya, nella zona di Napudet, che ”ci offre un raro scorcio di un paesaggio africano di 13 milioni di anni fa”, ha detto uno degli autori, Craig Feibel dell’università americana Rutgers-New Brunswick. “L’eruzione di un vulcano vicino – ha aggiunto – ha infatti seppellito la foresta dove ha vissuto il cucciolo, preservando gli alberi fossili e minerali vulcanici”. I resti di Alesi, conservati dalle ceneri vulcaniche, sono stati attribuiti a una nuova specie del genere Nyanzapithecus, un gruppo molto vicino agli ominoidi, ossia a una superfamiglia di primati che comprende l’uomo, le scimmie antropomorfe e un’altra specie di scimmie, i gibboni. Per la prima volta, quindi, l’antenato comune di scimmie antropomorfe e uomo ha un volto e un luogo di nascita. Si sa pochissimo infatti dell’evoluzione di questi antichissimi primati e, soprattutto, finora non si aveva alcuna certezza che fossero nati in Africa. Alcuni studi, ha spiegato Manzi, collocavano l’antenato comune a Nord del Mediterraneo, “ma questa scoperta mette le cose a posto”.
Il cranio di Alesi ha le dimensioni simili a quelle di un limone e a prima vista il suo piccolo muso somiglia a quello di un cucciolo di gibbone, ma le immagini ai raggi X ottenute in Francia, presso il Centro europeo per la luce di sincrotrone Esfr (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble, hanno rivelato la sua struttura interna. E’ stato così evidente che la cavità del cervello, i denti, le orecchie interne, con i tubi auricolari completamente sviluppati, hanno caratteristiche comuni tanto alle scimmie antropomorfe che all’uomo. Che la nuova specie non fosse certamente gibbone è dimostrato anche dall’organo di equilibrio nelle orecchie interne. “I gibboni sono noti per i loro movimenti acrobatici sugli alberi , ma le orecchie interne mostrano che Alesi non avrebbe potuto avere la stessa abilità”.